Per informazioni: 347 49 359 76

Lente di ingrandimento sulle emozioni

By Cristina Cattini on 24 Marzo 2011 in ARTICOLI
0

Le emozioni sono entrate a far parte del dibattito neuroscientifico solamente negli ultimi anni perché prima la questione era stata sistematicamente trascurata, a favore del mondo cognitivo.

Sappiamo però che non esiste un funzionamento cognitivo corretto senza un adeguato e sereno funzionamento emotivo.

Feuerstein ama dire che cognitivo ed emotivo sono come le due facce di una stessa medaglia e questa medaglia è trasparente; dal cognitivo quindi vedo l’emotivo e viceversa. Abbiamo bisogno di entrambe le dimensioni per essere felici, per crescere bene.

Oggi sappiamo e vediamo quanto è complesso aiutare i nostri figli a guardarsi dentro ed essere in confidenza con le proprie emozioni, soprattutto quelle più scomode. I recenti episodi di cronaca (la signora rumena uccisa con un pugno dopo un violento alterco da lei stessa avviato, il taxista di Milano morto dopo un mese di coma in seguito all’investimento accidentale di un cane e massacrato di botte dai padroni del cane, che infierivano ancora di più sul di lui vedendolo mortificato e per il fatto che chiedeva scusa…) pongono alla nostra attenzione il fatto che è fondamentale avere il pieno controllo delle emozioni e che la gestione emotiva è basilare in un corretto processo di umanizzazione da cui non possiamo prescindere e che dura tutta la vita.

Siamo impegnati per tutta la vita a divenire pienamente noi stessi, a diventare umani fino in fondo. Educazione è umanizzazione ed è un processo continuo, che non riguarda solo i nostri piccoli.

Se parliamo di educazione emotiva, fondamentale è che anche noi abbiamo un contatto il più possibile profondo con le nostre emozioni.

I nostri figli, piccoli e grandi, si abituano a fare ciò che per i genitori è normale, mentre faticano un po’ di più ad affrontare quello che per l’adulto è difficile gestire.

Il bambino è portatore di tante esperienze nuove e inaspettate, che appartengono al suo particolare modo di essere e di vivere; una buona parte dell’esperienza però la costruisce a partire dalla mamma e dal papà, dal libro di carne che loro sono per lui o per lei. Un libro inedito, attraverso il quale può avere una determinata visione del mondo, a partire dal quale può costruirsi la sua personale visione di ciò che lo circonda.

 

“Spesso, quando vogliamo sapere che cosa una persona stia pensando, su che cosa sia concentrata o che cosa stia guardando, come si senta o che cosa probabilmente farà, il primo posto in cui guardiamo è il volto […] Si potrebbe a ragione affermare che nel volto si trovano gli unici muscoli scheletrici che non servono a muoversi, ma a muovere gli altri

(A. Damasio, “Emozioni, coscienza e presa di decisione”)

 

Le emozioni sono risposte multiple molto elaborate che la persona attua dinanzi a determinate situazioni; non sono semplici riflessi, risposte spontanee che scattano in base al momento.

L’emozione è un movimento verso l’esterno, che genera cambiamenti anche a livello di mimica, postura e comportamenti.

L’architettura complessa di alcune emozioni genera il sentimento, che è invece un movimento riservato, privato, intimo successivo ai cambiamenti generati dall’emozione.

Gli elementi fin qui esposti ci hanno favorito la riflessione su questi tempi.

Proviamo ora a continuare ad interrogarci partendo da noi e, se vogliamo, rispondiamo a queste semplici domande che possono servire poi nella condivisione durante l’incontro.

  1. Ritengo importanti le emozioni nel discorso della crescita e maturazione complessiva mia e di mio/a figlio/a? Perché?

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

  1. Vivo le mie emozioni o lascio che loro vivano me? Perché?

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

  1. Ho confidenza con le mie emozioni? Con i miei sentimenti? Do loro del tu, so addomesticarle? Perché?

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

  1. Ho delle emozioni con cui sono più in confidenza? Delle emozioni che prevalgono nella mia vita, se non altro per storia personale? Quali? Perché?

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

  1. Su quali emozioni/sentimenti faccio più leva nel mio stile educativo? In altre parole: quali sono le emozioni di cui parlo di più con mio/a figlio/a? Su quali mi soffermo maggiormente? Quali noto di più fra la gamma di cui mio/a figlio/a è portatore/ice? Perché?

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

(Grazie a Jael Kopciowski per gli insegnamenti e gli spunti preziosi)