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La mente abbraccia il cuore

By Cristina Cattini on 24 Marzo 2011 in ARTICOLI
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Molte ricerche condotte in diversi paesi in tutti i continenti hanno mostrato la tendenza dell’attuale generazione di bambini manifestare un maggior numero di problemi emozionali rispetto a quella precedente.

Da questo dato nasce l’esigenza di insegnare ai bambini e agli adolescenti l’alfabeto emozionale, quale insieme di capacità interpersonali ed intrapersonali essenziali alla loro vita.

 

 

 

Che cos’è l’intelligenza emotiva?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

L’intelligenza emotiva, che alcuni dividono in interpersonale ed intrapersonale, è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole. L’intelligenza emotiva permette di spiegare il successo di persone non dotate di spiccate capacità logico-matematiche, ma caratterizzate da forti potenzialità emotive e di trascinamento delle masse.

Daniel Goleman è uno dei principali studiosi dell’intelligenza emotiva e ci aiuta a riconoscerla attraverso 5 indici:

1)      Consapevolezza di sé, capacità di riconoscere le proprie emozioni

2)      Dominio di sé, capacità di orientare le proprie emozioni per un fine

3)      Motivazione, capacità di comprendere il vero e profondo motivo che spinge ad una azione

4)      Empatia, capacità di mettersi nei panni dell’altro, entrando profondamente in contatto con il suo mondo emotivo

5)      Abilità sociale, ossia capacità di relazionarsi agli altri comprendendo le dinamiche interrelazionali fra le persone.

 

I genitori autorevoli ed emotivamente consapevoli sono allenatori emotivi.

Il rapporto emotivo dei genitori con il loro bambino inizia già nell’utero materno ed è riconoscibile da una serie di interazioni e comportamenti colorati di emozione (ad esempio: quando il padre appoggia la mano sul pancione e il bambino si muove, oppure quando la madre prova un’intensa emozione e il bambino reagisce).

Uno dei modi di implementare e mantenere una sana e corretta relazione emotiva con i propri figli è il massaggio, che permette di ascoltare e rispettare il piccolo. E’ bene rammentare che uno dei canali privilegiati dell’espressione delle emozioni è il corpo, che va accolto, ascoltato e toccato.

E’ necessario “chiedere il permesso”di avvicinarsi col contatto, per insegnare al bambino che lui ha il controllo sul suo corpo e può esercitare il diritto di rifiuto.
E’ importante per il bambino parlare dei propri sentimenti, ma a volte è difficile che si apra; il massaggio può essere un mezzo per facilitare la comunicazione, anche quando i bambini sono più grandi. Inoltre uno stretto rapporto tra genitori e bambini pone le basi dell’autostima.
I bambini imparano dalle nostre risposte al loro disagio che l’emozione ha una direzione e che è possibile passare da sentimenti di intensa tensione, ira, paura a sensazioni di agio e di protezione. I bambini che vedono trascurati i loro bisogni emotivi, non sono in grado di imparare questa lezione. Non hanno mai avuto una guida che li portasse dall’agitazione alla tranquillità, per cui non sanno calmarsi da soli.
E’ interessante vedere bambini che hanno avuto una guida emozionale che gradualmente immagazzinano nel loro comportamento le risposte tranquillizzanti di chi si occupa di loro. Possono fare riferimento a queste esperienze quando sono soli e agitati e praticare schemi di autoregolazione delle emozioni e di rilassamento.

Altri modi per facilitare l’espressione emotiva del bambino:

–          Favole

Scegliamo insieme una favola. Perché hai scelto questa? Come mai ti piace ed è per te importante? Qual è il tuo personaggio preferito? Quale invece non ti sta per niente simpatico? Quale disegno ti è piaciuto di più e perché? Se tu potessi entrare nella storia, chi saresti e perché? Come potrebbe finire la favola, secondo te? Disegniamo il nuovo finale della favola e ti ci metti dentro anche tu? …

 

–          Disegni

Hai voglia di disegnare come ti senti? Che cosa succede nel tuo cuore? Di che colore è il tuo cuore adesso? Un colore chiaro o scuro? Il tuo cuore urla, canta, bisbiglia?… Perché? E’ pesante o è leggero? …

 

–          Gioco spontaneo

Osservando attentamente il gioco spontaneo del bambino è possibile cogliere indizi e ottenere informazioni utili per comprendere in che modo stanno esprimendo il loro mondo emotivo interiore.

 

–          I miei modi…

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Una regola fondamentale perché il bambino impari ad esprimere serenamente le proprie emozioni è di vivere in un contesto dove questo accada quotidianamente, con adulti di riferimento che non temano il loro mondo interiore, ma lo condividano e lo esprimano senza difficoltà. Quella delle emozioni è una vera e propria lingua che va appresa, anche e soprattutto per osmosi, ossia per apprendimento spontaneo e non troppo regolato; perché ciò possa avvenire, il contesto deve essere ricco e stimolante, ad alta densità emotiva, tenendo presente che comunque c’è una gradualità e un limite da non superare a seconda anche dell’età del bambino.

Se il bambino impara competenza emotiva, diventerà automaticamente competente a livello di etichettamento, gestione e comunicazione delle emozioni.

 

Spunti di riflessione…

–          In che modo gestisco le mie emozioni? Riesco ad etichettarle e a comunicarle serenamente?

–          Mi spaventano, le mie emozioni?

–          Parlo la lingua delle emozioni? Il mio linguaggio è “colorato” e caldo?

Ci sono delle emozioni che non comunico per timore che  mi rendano vulnerabile o che mettano in discussione il mio ruolo genitoriale?