Per informazioni: 347 49 359 76

Nasce la prima università per la disabilità

By Cristina Cattini on 24 Marzo 2011 in NOTIZIE BUONE
0

pubblicata da INFORMARE CONTROINFORMANDO

E’ il risultato di una collaborazione tra la Libera Università Iulm, l’assessorato alla Salute e la Fondazione Benedetta D’Intino

A Milano nasce la prima Università per la disabilità. Presentata dal rettore Giovanni Puglisi, con il professor Paolo Moderato e Cristina Mondadori, presidente della Fondazione Benedetta D’Intino, l’iniziativa è dedicata agli operatori sociali dei servizi diurni comunali e convenzionati, agli operatori delle associazioni e ai genitori delle persone disabili. «Si è scelto di estendere il master – ha spiegato l’assessore alla Salute, Giampaolo Landi – a questa categoria speciale di studenti in conseguenza delle numerose sollecitazioni ricevute proprio da quelle madri e quei padri che ci hanno manifestato l’esigenza di un approfondimento sui temi della disabilità. Genitori, questi, fortemente motivati ad acquisire loro stessi strumenti adeguati d’intervento, nella continuità del rapporto terapeutico ed educativo. Una domanda di aiuto e di supporto – ha precisato Landi – che è stata colta dal mio assessorato e trasformata in una risorsa didattica e umana».

L’assessore ha spiegato che l’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Libera Università Iulm, l’assessorato alla Salute e la Fondazione Benedetta D’Intino, presieduta da Cristina Mondadori. «Attraverso l’applicazione corretta – ha proseguito Landi – di metodologie cognitivo -comportamentali, l’uso mirato delle opportunità offerte dalla tecnologia e soprattutto il supporto costante della comunicazione, questi docenti possono attivare le potenzialità e lo sviluppo delle persone disabili, tutelando gli irrinunciabili bisogni e desideri di partecipazione e di relazione. Credo di poter affermare che, con lo Iulm la Fondazione Benedetta D’Intino, condividiamo principi e obiettivi di ampio respiro in tema di disabilità, con una visione non più solo puntata sull’urgenza, sul sopporto, ma soprattutto su una ‘cultura della disabilita’, in cui la formazione degli operatori e la preparazione delle famiglie sono fattori ugualmente importanti nella costruzione di percorsi di autonomia, ove possibile, e di riscoperta di sentimenti di dignità personale».

L’Università per la disabilità è un master che si propone di fornire conoscenze, competenze e capacita’ necessarie a svolgere attività di formazione per operatori ed educatori. Lo scopo e’ una maggiore sinergia con le strutture presenti sul territorio e con i bisogni dell’utenza. Le aree di studio e di applicazione sono state discusse e messe a punto in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Salute, che in questo modo ha permesso di mantenersi in linea con le criticità e le specificità che si presentano oggi. Focus delle lezioni è non solo la persona con disabilità, ma anche l’operatore, protagonisti di una sinergia terapeutico-didattica indissolubile. I temi: disabilità e psicopatologia, la doppia diagnosi e i sistemi di classificazione, procedure di facilitazione della comunicazione nelle disabilità gravi, l’analisi funzionale, la gestione dei comportamenti aggressivi.

«Vorrei ricordare – ha aggiunto l’assessore – che il Settore Handicap e Salute Mentale del Comune ha lavorato in questi anni per dare una direzione diversa ai servizi per la disabilità, e non solo per renderli più accessibili (ad esempio, con una modernizzazione delle procedure di accreditamento che portano in primo piano la concorrenza positiva tra le cooperative). Abbiamo voluto la città di Milano – ha puntualizzato Landi – ‘a misura di persona con disabilità’. Tutto ciò ha significato creare le condizioni per una partecipazione più attiva e consapevole alle attività dei centri diurni, favorire l’autonomia e l’indipendenza, creare appuntamenti di svago e di serenità insieme. E’ importante aprire l’università a questi temi».

Secondo Landi, lo scopo di qualunque studio accademico è «formare e non solo istruire; l’erudizione si fa cultura quando sa calarsi nella realtà, traducendo nozioni e concetti in un operare consapevole ed efficace. Questa impostazione, che deve accomunare tanto le scienze umane quanto quelle tecniche e scientifiche, e’ particolarmente valido per la disabilità. Il mondo della disabilita’ richiede una sapiente miscela di conoscenza e di com-passione, di determinazione e di strumenti cognitivi. Perché riabilitazione e assistenza non si giocano su formule dell’hic et nunc, bensì sulla continuità dell’esperienza di cura. E la continuità ha come mattoni una cultura della disabilità intelligente, sicura, dinamica. Sono questi -ha concluso l’assessore- i presupposti di una università pensata non per affiancare le persone con disabilita’, ma per aiutarle a esprimere al meglio le loro potenzialità. E’ un lavoro maieutico, che richiede passione non meno che libri».

Fonte Vita.it